Taglia a cubetti salumi e formaggi. Batti 2 uova intere in un piatto con poco sale, pepe macinato e pecorino. Poi prendi la pasta lievitata grande e stendila su un piano di lavoro infarinato, aiutandoti con un matterello. Spalma la pettola ottenuta (l’impasto steso) con la sugna, poi cospargi la superficie con il misto a cubetti, l’uovo battuto col formaggio, altro pecorino e una manciata generosa di pepe nero. Arrotola la pettola su se stessa, come a voler creare un “salsicciotto” ripieno, continuando a spalmare la sugna tra un giro e l’altro |
UN PÒ DI STORIA
CASATIELLO O TORTANO?
Una questione che si tramanda di generazione in generazione
Ogni regione ha la sua torta rustica ma a Napoli ce ne sono due, forse per superare meglio l’astinenza della Quaresima, chissà! Ad ogni modo vale la pena conoscerle entrambe. Una è il Casatiello, il cui nome deriva da “caso”, formaggio in napoletano. Tortano, invece, dovrebbe significare torta-no, proprio perché non è una torta nel senso di dolce. Sono preparati entrambi con impasto a base di farina, lievito, ‘nzogna (strutto), sale e pepe, e hanno lo stesso ripieno con salame tipo Napoli, formaggio pecorino, provolone, “cigoli” (ciccioli di maiale). Però, nel Tortano si mettono le uova sode all’interno, mentre nel Casatiello si mettono in superficie, intere e con il guscio. Come in tante tradizioni napoletane, anche qui la simbologia religiosa è molto presente, soprattutto nelle uova che rappresentavano la nascita del mondo e, secondo i primi cristiani, il pulcino che fa capolino dall’uovo simboleggiava la nascita di Gesù. Anche le strisce di impasto che fermano le uova sul Casatiello non sono incrociate a caso perché, come da tradizione, simboleggiano la corona di spine che fu posta sul capo di Gesù.
|